La produzione artigianale sarda, come si
è visto, in genere, è dedita da secoli alla fabbricazione di oggetti duso comune
creati dallestro antico o sbocciati dalla fantasia popolare e divenuti patrimonio culturale di
aree ben determinate dellisola. Non si differenzia dai settori sin qui trattati la lavorazione
del legno, del metallo e dei gioielli.
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Nellumile casa contadina infatti
cera posto per pochi mobili, arredi indispensabili e molto modesti, come si conveniva alla
povertà dellambiente tradizionale. Con una eccezione però: la cassapanca. Questa
infatti, riccamente intagliata, ha assunto un posto essenziale nella casa, quello di scrigno e
tabernacolo della famiglia, custode del corredo della sposa. La maggiore o minore ricchezza delle
famiglie era riscontrabile proprio nella decorazione della cassapanca. Il legno utilizzato
maggiormente era il castagno, abbondante nei boschi della Barbagia, ma a volte anche il noce ed il
rovere.
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Il pannello centrale era originariamente
liscio o decorato con molta semplicità. Gli artigiani del legno si ispirano anche
loro ad una simbologia fatta di motivi geometrici o floreali o comunque naturalistici, come uccelli
stilizzati e il sole. Tra i centri più rinomati in queste produzioni ricordiamo Desulo,
Aritzo, Santulussurgiu, Paulilatino, Isili. Oggi si distinguono tra gli altri artigiani anche alcuni
intagliatori di Cagliari, Buddusò e Sassari.
Una citazione particolare, tra le altre produzioni, meritano le sedie: eleganti e funzionali quelle
impagliate di Assemini, realizzate in legno chiaro e ingentilite con il disegno rosso e verde del
melograno; pretenziose e spagnoleggianti quelle con gli schienali scolpiti e laccati in rosso o blu o
verde ed oro, di derivazione catalana.
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