Altra tipica espressione dellarte
popolare e della lavorazione del legno sono le maschere carnevalesche, tradizionali soprattutto a
Ottana e Mamoiada, evocatrici, forse, di antiche oppressioni e di magiche suggestioni. Ma la
produzione in questo campo spazia anche agli sgabelli, ai pannelli decorativi e, ancora, a cucchiai
e taglieri, alle pipe di radica sarda, ai vasi e alle ciotole.
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Nella zona più centrale della
Sardegna operano, ancor oggi, alcuni fabbri, rinomati sia nella fabbricazione di speroni e morsi per
cavalli (fra i più noti quelli di Santulussurgiu e Gavoi), sia nel temprare magnifiche lame
dacciaio, come nei famosi coltelli di Pattada, Dorgali, Santulussurgiu, Desulo e Guspini,
eseguiti con rara perizia e abilità tanto da renderli agli occhi degli appassionati preziosi
oggetti da collezionare.
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Accanto a questi elaborati, frutto di
perizia antica, si ritrovano altri ferri battuti, altrettanto rinomati e pratici, come ringhiere
barocche, cancellate, lampadari, spiedi, graticole e alari. Mentre tra i metalli lavorati si
distinguono i rami, sbalzati con rara maestria dagli artigiani di Isili che distribuiscono i loro
manufatti in tutta la regione, tra cui i campanacci che ricordano la vita tranquilla dei campi.
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