Bosa vive di pesca, agricoltura e
turismo ed è conosciuta sia per il suo Carnevale che per essere la zona di produzione della
Malvasia: pregevole vino di alta gradazione che accompagna soprattutto i dolci e i dessert.
Prima di lasciare questa cittadina è d' obbligo, una volta superato il ponte in trachite che da il
benvenuto alle persone che arrivano da terra, la visita alla chiesa romanica
di S.Pietro Extramuros che presenta una bella facciata in trachite rosea, in stile
gotico-romano.
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Carnevale di Bosa |
La costa tra Bosa e Alghero |
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Una volta lasciata Bosa alle
nostra spalle il paesaggio marino e costiero si fa aspro e selvaggio con poche possibilità di
ridosso e assenza quasi assoluta di spiagge. E' vero che una strada panoramica collega
Bosa con Alghero, ma è molto difficile raggiungere il mare da terra. Se si è fortunati, nelle
giornate molto luminose e chiare si possono notare i grandi volteggi in aria che le ultime
colonie di Grifoni compiono lungo i pendii scoscesi di Capo Marargiu, da cui si vede, in
lontananza, la rada di Alghero. |
Sino alla antica città catalana,
una volta chiamata Barceloneta (cioè la piccola Barcellona), il paesaggio cambia
continuamente di colore e aspetto; questo tratto di mare rappresenta un vero paradiso per i
subacquei professionisti che possono sfidare la profondità di queste acque molto generose
per la presenza di pesci di grandi dimensioni.
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Dicevamo di Alghero e della sua
origine catalana. La costa spagnola si trova proprio di fronte a quella algherese sulla quale
sbarcarono gli Aragonesi nel 1353, trovando già una fortificazione realizzata dai genovesi
Doria nel XII secolo. In questa città tutto parla catalano: le strade e le botteghe, la lingua, i
modi di vita, la gastronomia e le tradizioni.
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Simone Manca: Alghero (acquerello sec. XIX) |
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