Un altro tempio di rara bellezza è quello che si trova
a Bulzi, in provincia di Sassari. E' intitolato a San Pietro detto "delle immagini" perché sull'architrave un ignoto
scalpellino ha scolpito delle strane figure dall'aspetto misterioso.Malgrado la sobrietà delle linee questa chiesa
si fa ammirare per un'eleganza particolare ottenuta utilizzando, a file alterne, il basalto nero ed il calcare
bianco.
Tra le chiese di questo periodo c'è anche, in provincia di Oristano, quella dedicata a Santa Giusta,
una giovinetta che venne martirizzata sotto l'imperatore Adriano. Questa cattedrale, tra le altre
particolarità, presenta al suo interno una serie di colonne e di capitelli di notevole pregio artistico
che furono portate via dalle rovine della vicina città fenicia di Tharros. Oppure, secondo quanto riferisce
il Fara nella sua "chorografia", furono prelevate da una misteriosa città, Hiadis, che sarebbe rimasta
sepolta sotto lo stagno vicino. La storia raccontata dal Fara, probabilmente, è priva di fondamento.
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Cattedrale di S. Giusta |
S. Pietro a Zuri |
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Risponde al vero, invece, che in Sardegna esiste
un'altra chiesa medievale che ha rischiato seriamente di essere sommersa dalle acque. Si tratta della
cattedrale di Zuri, in provincia di Oristano. Zuri era un villaggio dove, nel 1291, venne eretta una bella
chiesa in trachite rossa. Al suo interno, nel 1416, fu consumato un omicidio nei confronti di un nobile - Valore
Deligia - che era stato accusato di tradimento. Perciò gli venne tesa un'imboscata mentre era in compagnia
del figlio Bernardo. Nel tentativo di sfuggire agli assassini i due si rifugiarono nel tempio, tentando di proteggersi
dietro la statua di San Pietro. Furono però raggiunti e passati per le armi. Ancora oggi, su quella statua, ci sono
tracce di sangue umano che, probabilmente, appartiene ai due sventurati.
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All'epoca la chiesa era circondata da una foresta
pietrificata di incredibile bellezza. Nel 1923, però, la valle in cui la basilica si trovava venne sommersa dalle
acque per realizzare un bacino artificiale. Prima che la valle venisse allagata il tempio venne smontato, pietra
su pietra, e ricostruito fedelmente a monte dove adesso può essere visitato, a patto che si abbia l'accortezza
di chiederne le chiavi al proprietario della casa vicina. Questa chiesa è importante anche per un'altra ragione. Su
un capitello sono scolpite delle figure di ballerini impegnati in un vorticoso "ballu tundu", il caratteristico ballo dei
sardi i quali, dopo tanti secoli, eseguono ancora questo tipo di danza che forse, in origine, aveva scopi propiziatori
e veniva fatta intorno al fuoco.
A Tratalias, in provincia di Cagliari, c'è un'altra chiesa romanica che merita una visita. Fu costruita
nel 1213 perché la cattedrale della diocesi, che sorgeva a S. Antioco, sulla costa, era diventata insicura
a causa delle frequenti incursioni dei pirati. Da allora mostra a tutti i visitatori la sua bella architettura in
trachite bianca.
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S. Maria in Tratalias |
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