L'unica grandiosità che si respira, in queste chiese, è proprio quella dello spirito e della religione.
D'altronde, quando furono costruite, il vero obiettivo era quello di esaltare il rapporto con Dio. Lo dimostra, ad esempio, il fatto che la facciata della chiesa fosse sempre rivolta ad oriente che, per la cristianità, è il simbolo del paradiso terrestre. I costruttori degli edifici destinati al culto stettero bene attenti a rispettare questa norma che fu applicata sempre, senza eccezioni.

 
S. Pietro di Sorres - Borutta
S. Pietro di Sorres - Borutta
S. Leonardo de Siete Fuentes
S. Leonardo de Siete Fuentes

 
Un aspetto sorprendente, in queste costruzioni, è l'estrema leggerezza delle forme, nonostante il materiale utilizzato sia la sola pietra. Né le maestranze impiegate erano di grande livello professionale. I giudici, infatti, facevano sovente ricorso al lavoro dei propri servi e solo qualche volta ricorrevano ad operai fatti arrivare dal continente; gente sicuramente più capace che, in cambio del proprio lavoro, otteneva soltanto qualcosa da mangiare ed un letto per dormire!
Tutto questo spiega anche una certa monotonia nello stile architettonico. Malgrado ciò, la fantasia e la creatività dei maestri costruttori riuscì a manifestarsi ugualmente nelle facciate: molto diverse tra loro e ricche di soluzioni sorprendenti. Ogni chiesa ha poi una sua storia che la rende particolare ed invoglia alla conoscenza di ciascuna di esse.
La chiesa di Santa Maria di Uta, ad esempio, a 20 chilometri da Cagliari, è un vero gioiello dell'architettura sarda. Fu, probabilmente, l'ultima tra quelle realizzate dai monaci vittorini. Per fortuna la sua esistenza venne ignorata per secoli, altrimenti le sue pietre e le sue colonne sarebbero state depredate e utilizzate, come avvenne spesso negli anni successivi, per costruire altre opere. La chiesa, perciò, mostra ancora le sue forme originali, arricchite da decorazioni in pietra realizzate da scalpellini di provenienza araba. Per visitarla bisogna chiedere le chiavi al parroco di Uta, oppure arrivare in paese nella prima decade di settembre, quando si festeggia Santa Maria. In questa occasione si può assistere al grande spettacolo di fede offerto dalle migliaia di pellegrini che vengono da tutta la Sardegna per chiedere una grazia e per bere l'acqua ritenuta miracolosa che sgorga da una sorgente che si trova accanto alla chiesa.

 
S. Maria a Uta
S. Maria a Uta
S. Pietro a Zuri
S. Pietro a Zuri

 
Un grande spettacolo è offerto poi dalla basilica di "Santa Maria del Regno" ad Ardara, in provincia di Sassari. Maestosa, costruita in massi di trachite nera che, al tramonto, assumono riflessi di grande suggestione, custodisce al suo interno un retablo di grande valore, il più grande esistente in tutta l'area del Mediterraneo. Dipinto da Giovanni Muru, è uno degli esempi più rilevanti della pittura del primo Cinquecento. Da poco è ritornato al suo posto dopo un restauro durato ben ventisei anni.

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