A parte queste eccezioni, però, la
circostanza in cui il costume viene tirato fuori dagli armadi e indossato con fierezza da vecchi
e giovani, è la festa popolare. Ogni paese ne ha una tutta sua, generalmente quella dedicata
al santo patrono. Impossibile farne l'elenco. Queste feste si svolgono perlopiù in estate, in
coincidenza con il periodo del raccolto. In una società povera come quella sarda, che viveva
soprattutto di pastorizia e di agricoltura, infatti, l'occasione più attesa per far festa era proprio
quella in cui la terra dava finalmente i suoi frutti, offrendo così a tutti qualche giorno di
abbondanza.
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Un altro periodo propizio
alla festa era quello del mese di settembre, quando
incominciava l'anno agrario ed i contadini affidavano ai campi le speranze per un futuro di
benessere.
Allora, in campagna, si svolgevano i riti propiziatori. La gente celebrava l'inizio di un nuovo anno di lavoro ed
invocava l'aiuto e la protezione della divinità affinché concedesse agli uomini gli elementi
indispensabili alla vita: il sole e l'acqua. Tutto questo, in buona parte, ancora accade,
soprattutto nei piccoli centri ed in occasione della festa del santo protettore.
In questo giorno, molti indossano
i costumi tradizionali per andare in chiesa, partecipare alle processioni religiose o ritrovarsi
in piazza per dare vita ai balli.
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