La chiamano Costa Verde perché gli arbusti
di lentischio e corbezzolo scendono fino al mare offrendo protezione a una colonia di cervi in continua
crescita, che trova cibo e tranquillità al riparo di valli e dune di sabbia. Ma si potrebbe chiamarla
anche costa del silenzio, come quei villaggi, molti dei quali abbandonati, che per decenni hanno rappresentato
la grande epopea della miniere, cominciata cinquemila anni fa con i fenici, proseguita sotto i Romani fino
agli spagnoli e ai giorni nostri.
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Il silenzio: quello dei palazzi fatti costruire
da imprenditori inglesi, tedeschi e francesi nell'Ottocento e all'inizio del Novecento, quello delle
gallerie dove faticavano migliaia di minatori compresi donne e bambini, quello degli impianti che costituiscono
uno degli esempi più affascinanti di archeologia mineraria.
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Cala Domestica |
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E soprattutto il silenzio delle spiagge, lunghe
lingue di sabbia che si distendono per chilometri, interrotte da scure scogliere. Frequentate da turisti
che cercano soprattutto tranquillità, perché questi territori non sono stati ancora aggrediti
dall'urbanizzazione selvaggia che ha cambiato il volto di molti litorali della Sardegna.
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La Costa Verde offre uno dei paesaggi più
affascinanti di tutto il bacino del Mediterraneo. Perché da nessuna altra parte è possibile
ammirare un tale concentrato di sensazioni, offerte da pezzi di archeologia mineraria e da una natura
superba che si fondono in un'atmosfera insieme misteriosa e malinconica.
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